Trail Oasi Zegna 55/2 - Il mio primo ritiro

 
Siamo al ventesimo km.
Due belle salite sono dietro le mie spalle.
Ma la luce si spegne. La benzina è finita, me lo sento dentro.
La decisione è difficile. E' la prima volta che penso seriamente di abbandonare.
Anche la testa cede, non ne vuole più sapere.
Comunico la decisione a Giancarlo, che tenta in tutti i modi di farmi proseguire.
(Grazie sei stato un amico)
Ormai è andata. Mi ritiro. Mi fermerò al giro corto dopo 27 km e 1900D+.
 
Sono contento di aver avuto il coraggio di prendere questa decisione. Sarebbe stato sicuramente un calvario arrivare fino alla fine. Di solito pianto giù il testone e continuo imperterrito, oggi no. C'era qualcosa di strano, mi sentivo proprio bollito, privo di forze. Sicuramente i 15 giorni senza allenamenti veri non hanno aiutato, come dormire solo 4 ore ed alzarsi alle 2.30 per spararsi più di 2 ore di auto per fare un gara. Ma la testa.. quella mi aveva sempre aiutato fino ad oggi, mentre su questi monti si è spenta anche lei. Ho preferito prendere la strada del giro corto e finire la sofferenza, nonostante i tempi fino a quel momento fossero più che dignitosi.
 
 
Il brutto è arrivato nei  giorni dopo. Il tarlo si insinua nella mente, non ne parli con nessuno, e lui continua a scavare. Perdi le certezze, si sgretola la base che credevi solida. Metti in dubbio le tue capacità e il tuo fisico. Arrivi a pensare di mollare tutto definitivamente, di farti al massimo due corsette ogni tanto, così, tanto per.. I sogni di partecipare ai grandi trail dell'anno prossimo sfumano, e mentalmente inizi a depennare tutte le gare pazzesche che ti eri immaginato per i prossimi mesi. So che sembra un estremismo, è quello che ho sempre detto a tutti gli amici a cui è successo.. però finchè non capita a te non è la stessa cosa..
 
Poi però scatta qualcosa dentro. Rivedi alcuni post e video a cui sei affezionato. Perché devo piantare tutto? E' come dopo una incidente. Se non ti rimetti al volante subito, va a finire che non guidi più. E io su quelle montagne ci voglio andare, voglio correrci, sudare, faticare, emozionarmi. Quindi si torna a correre, senza gare, ma per il piacere di farlo. E' tempo di rimettersi al volante e riprendere la strada, con le sue gioie e le sue delusioni. 
 
Sempre per caso oggi leggi questo articolo su Distanceplus.com
 
"Tutti prima o poi abbiamo bisogno di una sconfitta: sbagliare tutto, cadere e sbattere la faccia per terra. A quel punto, quando l’unica cosa che riesci a sentire è l’odore della polvere, non piangerti addosso, non trovare finte scuse o finti alibi di chi si era già arreso prima ancora di provare. Per quanto ti possa sembrare troppo dura, l’unica cosa che puoi fare è rialzarti immediatamente, ripartire più forte di prima, con qualche ammaccatura e forse qualche graffio in più, ma anche con una grande certezza: la certezza di poterti rialzare di nuovo, la prossima volta che cadrai perché saprai di avercela già fatta una volta."

In bocca al lupo a tutti quelli che a breve vivranno il loro sogno, un giorno sarò li con voi.


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