10° Trofeo Dario & Willy

 
Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
Gesù di Nazareth, in Vangelo secondo Matteo, I sec.

Forse a questo giro io e Ivan l'abbiamo preso un po troppo in parola.. Però di 550 atleti, gli unici che possono vantare questa foto siamo noi due... ma partiamo dall'inizio...
 
Dopo la delusione della Lecco Cassano, volevo tornare velocemente a farmi una bella corsa. Il primo Maggio avevo la giornata libera, moglie e figlie impegnate nell'evento al cinema "Violetta Backstage", quindi perché non cercare una garetta vicina? E guarda caso ne trovo subito una proprio vicino a Lecco, Valmadrera, 10° Trofeo Dario e Willy, 23km in montagna. E che vuoi che sia? Sarà una garetta dell'oratorio, come il trofeo S.Luigi di calcio.. In fretta e furia, visto che il giorno dopo chiudevano le iscrizioni, paghiamo la quota e trasciniamo nell'avventura anche il buon Giancarlo. La cosa ridicola è che nessuno dei tre verifica che tipo di gara sia, fino al giorno dopo.. ecco, mai farsi ingannare dalle apparenze... ci siamo appena iscritti alla gara valida per il campionato italiano di Skyrace.. 2000 metri di dislivello positivo, quasi tutti racchiusi nei primi 14 km, e i primi 1000 subito nei primi 6... praticamente quasi una vertical visto che la strada inizia a salire in modo significativo dopo i primi 2...
 
Presenti nel parterre troviamo infatti Rolando Piana (Valetudo), Fabio Bazzana (Team Salomon).. e tanti altri atleti di grande valore, tutti ovviamente in tenuta minimal, non come noi equipaggiati di tutto punto con bacchette e zainetto.. Ma non ci demoralizziamo, ci sono due cancelli da superare e ce la faremo.  Riprese scherzose alla camera portatile dello zio Gianky e partiamo.
 
I primi due chilometri scorrono senza problemi, gruppetto unito, poi all'inizio del terzo mi accorgo che Ivan rallenta un poco. Tengo Giancarlo sempre nel mirino ma al quarto, vedendo Ivan molto distaccato, decido di fargli compagnia e fregarmene del tempo finale, in effetti oggi siamo venuti qui per farci una gita, con tanto di mangiata e bevuta finale, quindi non mi va di fargli fare tutta la corsa da solo. Mi fermo e lo aspetto e ripartiamo insieme. Il sentiero sale, sale e sale ancora. L'ultimo pezzo è reso ancora più duro perché completamente fangoso, di quel fango che si attacca alle scarpe, che ogni passo in avanti te ne fa fare mezzo indietro, dove le nostre SpeedCross tengono botta e dove vediamo alcuni partecipanti a gambe all'aria.. Stringendo i denti e continuando ad incitare l'amico, arriviamo al primo cancello, 15 minuti prima del tempo massimo. Ok ci siamo, adesso rifiateremo un poco, intanto ci godiamo un panorama fantastico, con visuale sul lago e su tutta la catena montuosa che ci avvolge. Queste sono le cose che non hanno prezzo, queste sono le emozioni che ripagano la fatica e che mi fanno amare questo tipo di corse.
 
Riprendiamo la corsa e ci inoltriamo in uno dei pezzi più belli, nel sottobosco dove ti immergi nel silenzio rotto solo dal nostro respiro e dal cinguettio degli uccelli, più qualche gufo o civetta che probabilmente abbiamo svegliato. Sono i tratti che mi più mi piace correre, in quanto non richiedono grossi sforzi, si è avvolti nella natura, il terreno è soffice sotto i piedi e di norma anche la temperatura è l'ideale, al riparo dai raggi diretti del sole. Ma quando ci si diverte il tempo vola, ed eccoci al ristoro prima della seconda salita. Prendiamo un bel passo, ogni tanto mi volto ad aspettare Ivan che comunque si sta comportando egregiamente. Sentiamo ancora nelle gambe la 50km della settimana prima, ma imperterriti continuiamo a salire. Al dodicesimo km siamo sulla cresta e vediamo il monte rai davanti a noi, ancora un piccolo sforzo e poi quasi tutto il dislivello è alle spalle.
 

 
Arriviamo al monte rai accolti dai complimenti degli splendidi ragazzi del ristoro con cui scambiamo due battute e ci portiamo poi in cima, dove 8 temerari saltano e volano con il loro parapendio. Lo spettacolo è veramente incredibile, non pensavo ci fosse una vista così panoramica. Siamo al 14km, ci viene preso il numero di pettorale e veniamo avvisati che ormai è fatta, due kilometri in discesa per arrivare al rifugio San Tomaso, ultimi 100 metri scarsi di dislivello, e poi discesa fino al lago. Due conti rapidi e potremmo stare a pelo nelle 5 ore di gara. Ma qui invece la nostra gara finisce..
 
Sinceramente non ho ancora capito cosa abbiamo sbagliato, e non capisco nemmeno come ha fatto a non vedere che stavamo sbagliando anche il volontario che ci aveva appena parlato insieme. Sta di fatto che seguiamo il sentiero in cresta e dopo una leggera discesa, torniamo a salire un poco. Ivan inizia ad avere dei dubbi, in effetti come sentiero non è molto corribile, un single track piuttosto tecnico, che ci porta dritti dritti.. alla fine della montagna! Eh già, arriviamo alla croce che domina la valle, in cima alla montagna. Per carità, come si vede dalla foto una vista impagabile, peccato che li la strada si biforchi... destra o sinistra?? 
 
Con l'aiuto del santo Iphone, capiamo che l'arrivo è posizionato alla nostra sinistra, quindi decidiamo di scendere da li, ma la brutta sorpresa deve ancora arrivare.. è un sentiero per escursionisti esperti, molto ripido e a strapiombo, quindi ci prendiamo tutto il tempo necessario per fare le cose con calma, misurare bene i passi e le curve, appoggiando più volte il culo per terra per poter scendere al tratto sottostante... Un sentiero sicuramente molto bello da fare in salita, ma che in discesa diventa poco simpatico. Alla vista del cartello "Sentiero Dario e Willy" ci facciamo una risata scarica tensione... speriamo non diventi il sentiero "Dario Willy Paolo e Ivan". Fortunatamente persa un po di quota torniamo su un sentiero piuttosto accettabile, Ivan inizia a fare qualche ruzzolone dovuto alle gambe che ormai non lo reggono più, inizia a sentire la stanchezza, mentre a me si ferma il cuore ogni volta che sento rumore alle spalle per la paura che si faccia male sul serio. In quel momento arriva anche la telefonata di mia moglie.. si è persa e non trova il cinema... ahahhaahha i casi della vita, io non so manco dove sono!
 

 
Riusciamo a raggiungere finalmente il rifugio dove era posto il secondo cancello. Quelli dell'organizzazione ci comunicano che purtroppo eravamo fuori tempo massimo, 45 minuti oltre il tempo limite.... mi scappa un sorriso.. ok è la prima volta che vengo squalificato, ma sinceramente adesso come adesso non me ne può fregare di meno, siamo tornati in mezzo alla civiltà sani e salvi e vogliamo giusto guadagnare la direttissima che ci porti alle nostre meritate birre! Scendiamo un pezzetto con gli organizzatori che da li stanno rientrando e scopriamo che ci sono stati un po di ritirati, e purtroppo anche qualche infortunato. Il più grave un ragazzo travolto da un masso, con una probabilissima frattura anca/femore. Vediamo infatti l'ambulanza salire e più tardi anche l'elicottero del soccorso alpino.. ok tutto sommato a noi è andata alla grande. Riprendiamo la discesa di corsa e concludiamo i nostri 23km con 1900D+ in 5:20:00 . Alla fine rispetto agli altri avremo solo 100 metri di dislivello in meno, ma con un giro mooolto particolare.. e comunque ci siamo divertiti lo stesso, perciò va bene e possiamo festeggiare con le nostre amate birre!
 
 



 
Adesso settimana relativamente di scarico, complice anche un leggero fastidio all'inguine dx, domenica comunione della mia donnina e poi il 18 Maggio proiettati verso il trail dell'Orsa!
 
Alla prossima!
 
 
 
 


Commenti

  1. Fatiche, luoghi incredibili, Emozioni! Non ti fai mancare nulla. Complimenti anche per la qualità delle foto rendono l'idea del contesto in cui hai corso!!

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    1. Grazie Fausto! In effetti sono posti stupendi, e pensare che li scopro sono ora nonostante siano a solo un ora di auto da casa!

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  2. Complimenti a tutti voi Paolo! La telefonata di tua moglie mi ha fatto ribaltare :-D

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  3. Grazie Mimma, ma tu non sei stata di meno.. ti sei sparata una maratona! Dai che la mezza dei 3 campanili si avvicina, li ti tocca andare in salita! :-)

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  4. Ho letto con gusto il tuo racconto e ho vissuto emozioni sparse nel verde e nell'azzurro, con una certa aria di libertà che schiaffeggia e profuma d'impresa! Bravissimo!

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    1. Grazie Mario, questo nuovo modo di concepire la corsa legata alla natura devo dire che mi affascina molto. Si guarda un po meno la prestazione in termini assoluti, ci si gode di più la giornata anche se con fatiche immani. :-)

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