Trail dell'Orsa U48 - La Gara

 
 
Sabato sera, ultimo saluto alle bimbe che accompagno a dormire, bacione alla moglie molto in ansia, molto più tesa di me, non solo per la notte che passerò dormendo in auto, ma per una gara lunga, per una gara di una tipologia che non ho mai affrontato, che sotto sotto spaventa anche me, non so realmente cosa dovrò affrontare, e forse per questo motivo non riesco a trasmettere nemmeno a lei la giusta tranquillità. Ho provato solo il mercoledì precedente a fare una corsa in salita, ma su asfalto, ed in effetti potrà forse aver allenato qualche muscolino di cui ignoravo l'esistenza, potrà aver dato morale, ma si rileverà una corsa distante anni luce dalla gara che affronterò. Ore 22:00 parto da casa e arrivo a Brentino Belluno (VR) poco prima delle 24:00, parcheggio vicino alla partenza, alla fine dei numerosi camper di atleti che attendono l'arrivo della domenica. Inutile dire che non dormirò tantissimo, l'auto non è proprio il massimo del comfort, se poi ci aggiungiamo la tensione e la luce che alle 5:00 comincia a far capolino insieme alle prime auto... ma non importa, salto in piedi, mi scaldo un pochino con il riscaldamento e mangio qualcosina. Ritiro il pettorale facendo lo slalom tra gente sdraiata nei propri sacchi a pelo ed incontro finalmente di persona il mitico Fat, una persona veramente alla mano e simpaticissima. Una delle differenze che mi colpirà positivamente è il sorriso dei partecipanti, il saluto sempre pronto per tutti, le parole di conforto e incitamento, il trovarsi in compagnia di perfetti sconosciuti e parlare della famiglia, del lavoro e delle corse in modo naturare come se ci si conoscesse da una vita, e non da cinque minuti.
 
Ormai sono le 6:00 di mattina, decido che è arrivato il momento di cambiarmi, e dopo un rapido sguardo ai partecipanti, opto anche io per pantaloni lunghi, mezze maniche con canotta fulminea e sopra un giubbottino non troppo pesante. Il sole non ha ancora girato intorno alla vetta e l'aria è abbastanza freschina, lo sento molto alle mani, e decido in infilare anche i guantini. Spillo il pettorale sulla gamba in modo che non dia fastidio allo zainetto idrico nel caso in cui dovessi toglierlo, fisso per bene le racchette, ricontrollo velocemente le scorte di gel e cibo e mi avvio per i controlli del materiale obbligatorio. Finalmente riusciamo anche a vedere il sole che ci accompagnerà per quasi tutta la gara.
 
 
 
Ore 7:00 puntualissimi si parte, dopo le raccomandazioni dello speaker sulla prudenza e sulla durezza del percorso.. Faccio finta di non averlo sentito. La strada manco a dirlo è ovviamente in salita, in tutti e 48 km penso di non aver mai visto nemmeno un breve tratto in piano... o si sale o si scende, non ci sono vie di mezzo. Si parte correndo, siamo euforici e soprattutto siamo freschi. All'imbocco del Sentiero della Speranza si inizia l'arrampicata, un misto terra, sassi e gradoni, in alcuni tratti un poco esposto, infatti per un km c'è il divieto assoluto di sorpasso, sarebbe troppo rischioso. L'ultimo tratto, dove la pendenza si fa seria, inizia a farmi capire cosa realmente mi aspetta, tanto che rimango subito in mezza manica, confinando nello zaino guanti e giubbino fino a fine gara. Siamo a quota 630mt, la giornata è splendida e il panorama non è da meno.
 


 
 
Siamo nel fitto sottobosco, il sentiero single track si stringe, e avanza in un continuo saliscendi, qui si riesce ad impostare un passo di corsa, anche se bisogna fare molta attenzione a non scivolare, in quanto le numerose piogge di queste settimane hanno trasformato in molti punti il fondo in fango.
Recupero subito le bacchette e non le metterò più via, fondamentali per tutta la gara, sarebbe stato un vero problema se non le avessi avute con me, molto preziose per tenere l'equilibrio, puntellarsi in punti critici ed aiutarsi in passaggi quando le gambe iniziano a sentire la fatica. Guadiamo il primo e il più grande corso d'acqua, sostenuti anche da un cavo d'acciaio e riprendiamo la ripida ascesa nel bosco. Il sentiero è un continuo zig zag e ci porta al ristoro di Villaggio Albarè, 872 mt e 6,5 km percorsi. I volontari sono fantastici, il ristoro ricchissimo sia di liquidi che di solidi, la gentilezza con cui veniamo accolti e coccolati è impressionante. Ultimo strappo per raggiungere passo crocetta a circa 1000 mt e poi inizia la prima lunga discesa che permetterà di recuperare un po di tempo, adesso è arrivato il momento di far girare bene le gambe, occhi aperti sul sentiero per capire in poche frazioni di secondo dove andare ad appoggiare i piedi.
 
 
 
 
Raggiungiamo il bellissimo agriturismo Cosantel dopo 14km percorsi, dove approfitto del ristoro completo per mangiare e bere prima di affrontare quella che ribattezzerò "LA MADRE DI TUTTE LE SALITE", 1200 metri di dislivello concentrati in 7km che ci porteranno al passo Cerbiolo, dove incombe il cancello orario fissato per il 12:30. M sembra di avere un enorme lasso di tempo per rientrare nel tempo... Capirò solo più tardi che ci si può mettere anche 25 minuti per fare un kilometro.. Il sentiero diventa subito un ripidissimo single track, per poi trasformarsi in rocce, radici, un pendenza che mi toglie il fiato e mi fa bruciare i muscoli. Nonostante questi coltelli infilati nei polpacci, passo dopo passo, continuo ad avanzare, in un continuo tira molla con chi mi precede. Negli unici 400 metri dove usciamo dal bosco per attraversare un campo e riprendere a salire riesco ad abbozzare un mezza corsetta che mi consente di agganciarmi ad un gruppo davanti a me, per lo meno non soffrirò da solo. Adesso la salita è ancora più ripida, ci fa pagare a caro prezzo quei pochi metri di respiro. Mi puntello con i bastoncini e continuo a salire. Ogni tanto mi fermo per cercare di stirare i polpacci, ho paura che mi possa arrivare un crampo da un momento all'altro, capisco la notevole differenza tra salire dei gradini, dove il piede appoggia piatto e sforza il quadricipite, al salire per un sentiero ripido dove l'angolo tra piede e polpaccio fa si che rimanga sempre in costante trazione. Fortuna ricevo un po di conforto da un ragazzo della protezione civile che sul percorso si sincera della salute di tutti gli atleti, e mi conforta dicendo che sono in perfetto orario e tra 40 minuti dovrei raggiungere il ristoro. Continuo a salire, continuo a pensare che se questa è la mamma di tute le salite, era pure una gran zoccola! Pensieri mistici mi passano per la testa, anche il ritiro, sono sincero. Più volte ci ho pensato, e tutte le volte l'ho scacciato via, grazie anche al braccialetto fatto dalle mie bimbe, con scritto "Corri forte papà" tra due cuoricini. Ultime rocce da superare, vedo del bianco sul terreno.. neve...ci siamo, si scollina a 1450mt ed eccolo là in basso, il ristoro del 21°km.
 
 
 
Sulla discesa erbosa mista a neve faccio fatica a tenere l'equilibrio, si scivola moltissimo, ed arriva il primo e spettacolare volo. Il ragazzo dietro me si ferma subito per sincerarsi che non mi sia fatto male, ma appena vede che scoppio a ridere si tranquillizza e ripartiamo insieme. Strappetto finale per risalire al rifugio e grande accoglienza per essere arrivati fino li. La gara non è nemmeno a metà come km totali, ma la salita più impegnativa e lunga ormai  alle nostre spalle. Ne approfitto per riprendere un po di forze mangiando un ottimo panino con salame casareccio e formaggio della malga, un ottimo toccasana per fisico e umore. Un minibicchiere di birra che ci sta alla  grande, e si riparte in salita. Non si può salire per sempre no? Ed eccola una bella discesa, racchette in mano, strada larga, si corre bene, all'inizio con falcata ridotta e ritmo lento per non traumatizzare i muscoli, che appena iniziano a sciogliersi permettono di toccare velocità accettabili. La chicca sarà trovare in mezzo al nulla un volontario in camper che ci offre un caffè caldo. Impagabile. Arriva anche il momento per l'ultima salita, molto più graduale, solo alcuni tratti accennano a strappi decisi, passiamo ancora un po di guadi ma di portata ridotta, rifà la sua comparsa la neve, ma si continua ad avanzare, il ristoro deve essere ormai vicino, bisogna tenere duro, da li in poi sarà solo discesa. Ed eccolo finalmente, siamo a Novezza, al 34°km circa, ed il nostro 3500 D+ ormai è quasi completamente archiviato. Ci si scambia due battute, ricevo i complimenti perché i volontari increduli, scoprono che è il mio primo trail in assoluto, anzi la mia prima corsa in montagna in assoluto, e mi dicono che ne ho scelta una veramente tosta per esordire. La notizia mi consola un poco, perché inizio ad accusare un po di stanchezza. Sono passate circa 7 ore da quando sono partito, ma la voglia di arrivare ora è più alta che mai. Telefono a casa per rassicurare che sono ancora vivo e poi riparto per l'unico pezzetto di strada asfaltata, in mezzo ad un paesaggio da cartolina.
 
 
Inizia la discesa, molto in pendenza, anche per le gambe che ormai sono a livelli critici, però siamo su erba, il sentiero è largo e non presenta molte insidie, si possono lasciare andare un pochino. Bisogna stare solo all'occhio per i cancelli con filo spinato che delimitano i pascoli.... vederli all'ultimo sarebbe un disastro, ma sono tutti ottimamente segnalati. Imbocchiamo quindi una strada a sassolini e posso incrementare il passo. Purtroppo devo abbandonare il ragazzo che scendeva con me quando il sentiero torna ad essere un single track abbastanza impegnativo, tra fango e rocce, dove mi accorgo che le mie Asics trabucco forse non sono proprio l'ideale, continuano ad infilarsi sassolini che mi pungono sui talloni costringendomi a rallentare e fermarmi per il dolore. A mente lucida ho poi capito che molti di quei sassolini si erano inglobati nelle calze, quindi mi sarebbe forse bastato cambiarle (e le avevo nello zaino ) per poter scendere più velocemente e in modo molto meno doloroso. Perderò ben 40 minuti dal ragazzo che c'era con me, ma non è molto importante. Un volontario della croce rossa al 42°km mi chiede se mi voglio ritirare per il dolore.. ritirare?? Dopo 42 km?? Piuttosto rotolo per il resto della discesa! A due km dall'arrivo, prima di passare in mezzo ad un vigneto, trovo un ristoro non ufficiale, gestito da simpatizzanti della gara. Vuoi non fermarti a bere un po di sana birra!! Due brindisi, due risate, e si riparte per la gloria, per la soddisfazione infinita. Nelle vie prima del traguardo la gente applaude, signore anziane che fanno il tifo, mi sembra di essere stato ricatapultato in un'altra realtà, dal silenzio della montagna alla festa in paese.
 
Bip, Bip, Bip.. il cicalino suona, gli occhi diventano lucidi, sono arrivato cazzo. 8:53:00 per correre 48km con 3500 metri di dislivello. Ce l'ho fatta. Non ci credo ancora. Non ci crederò fino al giorno dopo. Forse non ci credo ancora mentre sto scrivendo. Mi guardo intorno, mi sento strano, riconsegno il chip e mi danno la maglia ricordo..la indosserò con orgoglio. Adesso posso tornare a casa dalle mie principesse. Mi cambio al volo, accendo la macchina e riparto col sorriso sul volto e una felicità imbarazzante. Nel viaggio di ritorno mi sono ripromesso che anche se è stata una bellissima esperienza, trail così lunghi non ne avrei più fatti. E' incredibile come la mente umana archivi la sofferenza ed il dolore così velocemente.. oggi sto già navigando su siti di ultratrail molto interessanti..  ahahahhhahah
 
La mia frase preferita, oggi la sento mia più che mai...
 
... La sofferenza è momentanea, l'orgoglio dura per sempre. 
 
Alla prossima! ;-)
 

Chicca finale oggi è arrivata la comunicazione che la gara assegna un punto per la qualifica all'UTMB. Ovviamente è la gara delle gare, impossibile anche da pensare, però io un punticino ce l'ho.. ahahhahahaha


 
 
 


 

Commenti

  1. Mettere la foto del mio lato B dopo la frase "il panorama non è da meno" fa un po' riflettere! :D
    Bellissimo racconto Paolo, felice di averti conosciuto finalmente dal vivo!
    Fat

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    1. Il piacere è tutto mio. Ci si becca alla prossima.. il lato verde della forza ormai mi ha preso..

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  2. Complimenti che hai fatto un esordio coi fiocchi!!!

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  3. bel racconto, bravo !!!
    mi fa piacere che ti sia piaciuta !!!!!
    Pensare all'UTMB subito magari no, ma alla CCC pensaci è molto bella !!

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    1. Ten siete stati veramente eccezionali. 2014 sempre presente, e poi la prima non si scorda mai!
      Sai che ho appena chiuso il sito proprio sulla CCC... ahahahhahah Vedremo, servono punti, se non sarà 2014 magari la organizzo bene per il 2015. ;-)

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  4. Fantastico! Grinta e lucida determinazione. La fatica è continua, la sofferenza impulsiva, l'orgoglio è un treno di emozioni che aggancia i tuoi vagoni e li conduce nel mondo...
    Beh... tra due settimane esordirò anch'io nei trail e nell'esperienza diretta all'io interiore... Ciao!

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    1. Grazie Mariano per le belle parole. Divertiti, vedrai che sarà un esperienza unica! In bocca al lupo!

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  5. POST BELLISSIMO,FOTO UNO SPETTACOLO..E COMPLIMENTI PER IL PUNTO CHE HAI PRESO..VAI GUERRIERO

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    1. Grazie Bress!!!!!! Il bandierone con il teschio anche stavolta ha sventolato sotto il traguardo! Spirito fulmineo!!!!!!

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